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<<I cittadini della frazione Masella di Montebello Jonico chiedono alla Commissione Straordinaria ed al responsabile dell’ufficio tecnico comunale di conoscere quali accorgimenti e quali soluzioni operative siano state adottate al fine di rendere potabile l’acqua fornita dal comune di Montebello e per evitare gravi danni alla salute degli abitanti della frazione di Masella>>. Monta la protesta da parte dei cittadini della frazione montebellese preoccupati dalla presenza di arsenico nelle acque comunali.
Dopo alcuni mesi di attesa, e dopo che la situazione non è migliorata in seguito all’ordinanza del 17 aprile 2013 dell’allora sindaco Antonio Guarna, che inibiva l’uso dell’acqua potabile, viste le analisi effettuate dall’ARPACAL, finalmente i cittadini hanno deciso di ribellarsi pacificamente per evitare ulteriori ripercussioni sulla propria salute. Per questo è stata indetta una petizione popolare per <<richiedere chiarimenti in ordine alla qualità delle acque potabili erogate nella frazione Masella di Montebello Jonico>> che ha già raggiunto le 200 firme, tra cui quella del parroco e del medico assistenziale (il vecchio medico condotto).
Il documento, che ha riconosce in Filippo Calabrò, ex assessore comunale durante la giunta Nisi, il referente principale, è stato protocollato nella giornata di ieri presso i locali comunali di via Portovegno a Montebello. Nella lettera si evidenzia la pericolosità dell’arsenico che <<può causare tumori della pelle e degli organi interni; vi sono evidenze di un “maggiore rischio per soggetti minori di 14-18 anni e per neonati non allattati al seno rispetto alla popolazione adulta>>.
Una richiesta di chiarimenti, quella avanzata dai cittadini, che è molto significativa e che contiene, altresì, anche <<l’esonero dal pagamento del canone per l’acqua potabile non avendo la stessa nessuna delle caratteristiche previste dalla legge ai fini della sua qualificazione come “adatta al consumo umano>>.
In seguito all’insorgenza del problema, nonostante i ritardi nella comunicazione alla cittadinanza, che aveva sollevato un vespaio di polemiche, si era tenuta anche una riunione ad hoc tra gli appartenenti di maggioranza e minoranza per discutere delle linee guida da seguire. Sulla scia di quanto detto anche in quell’occasione, i firmatari della petizione <<chiedono altresì, ex art. 3 sexies d lgs 152/2006, di avere copia delle analisi delle acque effettuate dal 2001 ad oggi, sia direttamente dal comune che per il tramite dell’ASP e dell’ARPACAL, nonché di tutti gli atti e/o i provvedimenti adottati dal comune per fronteggiare l’emergenza e soddisfare l’obbligo informativo.
I sottoscritti si riservano di promuovere le opportune azioni legali, con eventuale interessamento anche del Magistrato Penale, per verificare se nel comportamento protratto nel tempo da parte degli organi competenti, possano ravvisarsi gli estremi di reato. Ci riserviamo – concludono – di richiedere il risarcimento per tutti i danni subiti e subendi>>.
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