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“Quale sorte per i cittadini melitesi stritolati da un lato dall’arroganza mafiosa dall’altro da uno stato che invece di offrire speranze di rinascita per una comunità locale si limita a chiudersi in una torre di avorio e a aumentare i tributi locali che ormai sono diventati insostenibili”.
Comincia così il comunicato di Area Grecanica in Movimento che afferma:
“Ci eravamo illusi come movimento, dopo l’incontro di qualche mese fa, che la Commissione straordinaria potesse onorare gli impegni che aveva assunto per favorire i processi di partecipazione democratica, ma ,allo stato, tutto è rimasto invariato e, come ciliegina sulla torta, le famiglie melitesi si ritrovano con una deliberazione di aumento delle aliquote IMU.
Ci era stato promesso a breve un consiglio comunale aperto durante il quale i cittadini si sarebbero potuti confrontare i componenti della Commissione straordinaria , ma attendiamo ancora un riscontro, si erano assunti impegni sull’utilizzazione dei beni comuni ma il degrado è sotto gli occhi di tutti.
In questo contesto prendiamo atto degli interventi di questi giorni da parte di esponenti delle associazioni antimafia che hanno espresso duri commenti sulle gestioni commissariali della nostra regione e come l’affrontare in termini solamente burocratici una gestione amministrativa di un ente locale rischia di allontanare sempre più i cittadini dalle istituzioni.
Ci domandiamo se i signori della Commissione straordinaria abbiano valutato attentamente la situazione socioeconomica del territorio che amministrano ,oppure, da perfetti ragionieri, si limitano ad una mera e astratta contabilità, non avendo a cuore il disagio di fette importanti della popolazione.
Ci domandiamo ancora se i signori della Commissione straordinaria prima di assumere decisioni importanti ritengano opportuno coinvolgere in un confronto i movimenti e le associazioni che insistono sul territorio , se abbiano o meno valutato come intervenire sui nodi critici del bilancio, se abbiano programmato effettivamente una taglio agli sprechi, se abbiano o meno adottato nelle loro decisioni una logica di buon senso secondo la quale nella determinazione dei tributi debbano prevedersi esenzioni a favore delle famiglie più deboli.”
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