Area Grecanica, 20 anni di politica

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L’Area grecanica, museo di natura che ti incanta per la sua bellezza, area dove fino a non molti anni fa le famiglie vivevano con una serenità da fare invidia nell’incedere volitivo, che giornalmente accompagnava il loro cammino. Oggi, nostro malgrado, non può essere messa in dubbio la decadenza morale della società umana in tutte le sue ramificazioni, ed ancor di più in questa area divenuta la periferia della periferia d’Europa, dove i sorrisi e la gioia di vivere sono stati sostituiti dalla mestizia e dalla constatazione che pervade ognuno di noi, di far parte di una società che quanto meno doveva migliorare ciò che i nostri padri avevano costruito invece di ritrovarsi in una sorta di cammino a ritroso.

Eppure la poca cultura in quel tempo ha determinato tanta ricchezza, perché contava più l’essere e l’esserci, la cultura odierna, nella sua accezione più banale, al contrario ha determinato la povertà. Dove sono finiti i nostri valori? Guardarsi intorno significa vedere tanta gente barcamenarsi in assenza di un domani, per far fronte ad un presente che poco ti offre, dalla mancanza di lavoro e soprattutto di prospettive.

E’ un inganno oramai accettato, in una sorta di rassegnazione congenita del vivere, ancor di più in questa periferia del sud più povero, dove la mancanza di prospettive spinge il singolo ad ingegnarsi per sbarcare la giornata e ad essa darne un senso; un soggetto disposto a promettere ed accettare ogni cosa, senza alcuna remora morale, pur di raggiungere il minimo auspicato, tanto un “lunario” quanto un avanzamento sociale.

La decadenza della moralità, accentuata dalla annosa questione che ci ha regalato un politico di professione senza lungimiranze se non il proprio tornaconto, e che infuria in modo incontenibile nelle assisi istituzionali della Regione Calabria a qualunque livello e soprattutto in quest’area, che niente nel suo glorioso passato aveva da invidiare al resto dell’Italia (gelsomino, bergamotto ecc..) ormai da più di 20 anni, ci fa constatare giorno dopo giorno, che l’opera di delenda cartago forse non è stata ancora ultimata.

Difatti quando le cose vanno bene, gli uomini guardano con serenità al futuro e vivono al presente onestamente, contentandosi di quel che guadagnano, poiché è sufficiente per le necessità della vita. Ma di fronte all’indifferenza, al clientelismo, all’incuria, i valori morali di onestà, di industriosità e di risparmio non soltanto non sono garanzia di un futuro solido, ma rappresentano invece un corso d’azione irrazionale. Perché risparmiare quando il futuro si presenta così nebuloso? Perché essere onesti? A queste domande la maggioranza dell’umanità risponde che l’azione più razionale è di cercare di arraffare più che è possibile, col minimo sforzo possibile, in qualunque maniera possibile.

Questa è una storia comune in Italia, dove tutti più o meno si arrangiano (come si dice), anche in quest’area non si scherza.

Da tanto tempo in Italia si parla di scandali di ogni genere, ma questo non sveglia il popolo italiano che giorno dopo giorno subisce leggi e leggine approvate da Deputati e Senatori, che per mantenere il loro stato di benessere risucchiano questo popolo che niente ha più da dare. Difatti in uno stato dove vige solo l’aggressività fiscale diventa ogni giorno difficile tirare avanti.

Tutte le Amministrazioni pubbliche si sono adeguate a chiedere “Tributi“ insostenibili.

Decreti e decreti che non tengono conto dell’enorme crisi che risucchia quel po’ di sopravvivenza delle famiglie: perché di sopravvivenza oramai si tratta, il potere di acquisto diminuisce giornalmente di fronte a Tributi di uno Stato Centrale, Regionale e Comunale di non poco conto.

La gravità di tutto questo sta nel fatto che giornalmente assistiamo a scandali e sprechi di risorse mal gestite, ma nessuno di noi si attiva all’insensibilità di Amministrazioni che niente o poco sanno programmare. A volte ci si domanda: come mai i Comuni sono in deficit? Chi ha creato questi enormi debiti? E perché deve essere il cittadino a portarne le conseguenze? Perché il cittadino si deve assumere l’onere di questi debiti?

L’assurdo senza regole è che i Comuni non riconoscono neanche chi ha già dato, e obbligano i cittadini a ricorrere in contenziosi tributari per aver riconosciuto un loro diritto.

Le Amministrazioni pubbliche dovrebbero essere la guida e creare servizi utili al cittadino, invece di distruggere quel poco che era rimasto per mancanza di interventi appropriati.

Amministrazioni incapaci di creatività, di idee, di programmazione di sviluppo di stati di benessere, sono Amministrazioni fallite, e con esse fallisce tutto un popolo. Il guaio è che ognuno di noi si rende conto di questo disastro, ma niente fa per migliorarlo. E’ di una gravità assoluta essere inerti ed impassibili. Un popolo si organizza, discute, propone soluzioni migliorative. L’inerzia è una complicità del misfatto.

Che cosa si può fare per curare questo malanno della decadenza morale? Dove tutto è impotente di fronte a questa valanga, in cui sono coinvolti proprio coloro che dovrebbero creare il benessere, ma qual è la radice del male, di questo rigurgito di decadenza morale, di questa improduttività, forse è un frutto della mancanza di timore di Dio.

Dr. Lorenzo Stelitano

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