Addio ad Alessio Legato

Alessio Legato

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Ciao Alessio,
tra l’incredulità e il dolore tutti proviamo a dedicarti un pensiero, tutti cerchiamo un ricordo che faccia sorridere, per confortarci in un momento simile, anche se le lacrime e lo sgomento hanno la meglio.

Il 25 aprile scorso, al fine di una gita fuori porta o di un buon pranzo in compagnia di amici o parenti, o alla fine di una passeggiata in riva al nostro meraviglioso mare, arriva una notizia che nessuno si sarebbe aspettato mai. L’incidente mortale avvenuto a Bocale, di cui tutte le testate giornalistiche parlavano, ti riguardava, eri tu il centauro rimasto coinvolto nello schianto e gravemente ferito. Eri tu. Bova Marina ha iniziato a pregare, sperare, si è stretta attorno alla tua famiglia, soprattutto a mamma Paola e papà Totò. Abbiamo sperato in un miracolo, ma tutte le nostre speranze si sono spente come la luce fievole di una candela, alla notizia della tua morte. Adesso le nostre preghiere si alzano al cielo, affinché il buon Dio ti accolga tra le Sue braccia, dando conforto alla tua famiglia, soprattutto ai tuoi genitori e a tuo fratello Danilo.
Nel pomeriggio di oggi ci ha lasciati Alessio Legato, 30 anni. È bastato leggere queste strazianti parole, perché il cuore si fermasse per poi ripartire accelerato da un delirio di emozioni. I tuoi organi sono stati donati, un gesto d’amore questo che fa sperare, il dolore non ha chiuso il cuore, ma ha regalato nuova vita.
Un’altra estate è alle porte.

Per noi bovesi l’estate vuol dire mare, sole, musica, falò sulla spiaggia, granite, uscite con gli amici, il ritorno della migliore gioventù emigrata per lavoro, ma anche il sorriso complice di chi questa terra la combatte tutti i giorni dell’anno, come me, come te. La tua vita si è fermata in un’eterna primavera, che appena ti aveva fatto assaporare l’inizio della tua stagione. Quando muore un giovane, muore in parte la sua intera comunità, perché quel giovane è un punto interrotto del futuro di un popolo.

Da insegnante che sono oggi, da ex catechista e animatrice salesiana che sono stata, amo e ho amato i giovani e lo stare in mezzo a loro, viverli, ed è per questo che, vedere morire un bravo ragazzo come lo è Alessio mi affligge. È, un tempo verbale coniugato al presente, perché ancora parlare al passato è cosa decisamente impensabile.

La precarietà della vita impressiona, la morte lascia attoniti, soprattutto se improvvisa e così atroce. Le nera signora ha strappato furtivamente alla vita un ragazzo, che con la sua moto andava verso il vento della leggera età… e mi vengono in mente le parole di Vecchioni cantate in Samarcanda, e ancora i Nomadi… Forte il motore cantava/non lo sapevi che c’era la morte/quel giorno che ti aspettava./Non lo sapevi, ma cosa hai provato/quando la strada è impazzita./Non lo sapevi, ma cosa hai sentito/quando anche il cielo di sopra è crollato/quando la vita è fuggita.
Quando la vita è fuggita… Vola nei cieli infiniti, caro Alessio. 

di Teresa Carmine Romeo

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Author: Ntacalabria Redazione J