L'incremento del ricorso alle fonti rinnovabili di energia
e’ da considerare una scelta strategica nell'ambito
delle politiche per il miglioramento della sicurezza del sistema
energetico nazionale, come diversificazione delle fonti di
approvvigionamento, e nello stesso tempo, di riduzione dell'impatto
dell'utilizzo dell'energia sull'ambiente. E’ quanto
emerge dalla presentazione del rapporto Enea sulle fonti rinnovabili:
"Lo sviluppo delle Rinnovabili in Italia tra necessita’
e opportunita’ 2005”. Il ricorso attuale alle
fonti rinnovabili nel nostro Paese e’ ancora trascurabile.
In Italia, nel 2004,
le rinnovabili hanno contribuito al bilancio energetico nazionale
per poco piu’ del 7%, un valore questo che, pur allineato
alla media europea, e’ dovuto essenzialmente alle fonti
idroelettrica e geotermica (oltre il 65% del totale) e per
il 30% alle biomasse che hanno fatto segnare un buon incremento
negli ultimi anni. Il contributo delle "nuove rinnovabili",
costituite da solare ed eolico, e’ ancora attestato
su valori percentuali bassi, non raggiungendo neanche il 3%
e il trend in atto non mostra crescite apprezzabili.
E' nella produzione
di energia elettrica, a cui le rinnovabili hanno concorso
nel 2004 al 16% circa del consumo lordo totale, che si puo’
meglio apprezzare il contributo delle diverse fonti. Nel 2004
l'idroelettrico ha coperto oltre il 75% della produzione da
rinnovabili: tale produzione non e’ pero’ suscettibile
di significativi incrementi che, considerato il forte impatto
ambientale di questa tecnologia, potranno essere limitati
a interventi alla piccola scala. Anche per l'energia geotermoelettrica,
non si puo’ prevedere un incremento significativo.
L'energia da biomasse
e rifiuti e l'eolico mostrano negli ultimi cinque anni un
buon incremento percentuale e le loro potenzialita’
di crescita sono elevate. Particolare e’ la situazione
del fotovoltaico che presenta con l'eolico le maggiori potenzialita’
di crescita.
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