L'Europa
deve prendere la leadership e sfruttare le opportunita’
tecniche, politiche ed economiche per ridurre del 33% le emissioni
di Co2 entro il 2020. Solo cosi’ contribuira’
a mantenere l'aumento della temperatura globale media entro
i due gradi sopra i livelli preindustriali, confermando e
rafforzando la preminenza dell'Ue nei negoziati internazionali
sul cambiamento climatico.
In un nuovo rapporto
presentato dal Wwf, i passi concreti che l'Ue dovrebbe intraprendere
per tagliare del 33% le emissioni di Co2 entro il 2020, anche
in caso di moratoria sull'energia nucleare. Politiche ambiziose,
un rigido sistema di scambio delle quote di emissione dei
gas a effetto serra e una serie di obiettivi vincolanti nel
campo dell'efficienza energetica e delle energie rinnovabili
le ricette del Wwf. Il rapporto indica che entro il 2020 la
domanda energetica dell'Ue potrebbe diminuire del 20%, senza
ridurre il livello di vita e senza danneggiare l'economia.
In mancanza di azioni
immediate, la domanda aumentera’ ogni anno dell'1,46%,
ma l' adozione di politiche concrete potrebbe invece tagliarla
dello 0,4% annuo. Un isolamento piu’ efficace, dispositivi
di riscaldamento e condizionamento piu’ efficienti e
apparecchiature a maggior rendimento energetico permetterebbero
all'utenza privata di risparmiare, da sola, un quinto della
domanda energetica. Il settore della produzione potrebbe ridurre
del 50% le emissioni di co2 investendo nell'energia rinnovabile,
nella cogenerazione e nella conservazione energetica.
Sul fronte delle rinnovabili,
biomassa (rifiuti organici, legno e biogas), eolico e idroelettrico
sostenibile, possono passare, secondo il Wwf, dall'attuale
1,8% annuo al 6,10%. Anche le emissioni di gas a effetto serra
non dovute al consumo energetico possono essere ridotte del
33%, soprattutto nei settori agricolo e dei rifiuti.
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