Che
cos'è l'agricoltura biologica
Secondo la normativa
comunitaria, si intende per agricoltura biologica un sistema
di gestione dell'azienda agricola che comporta restrizioni
sostanziali nell'uso di fertilizzanti ed antiparassitari,
ai fini di tutela dell'ambiente e della promozione di uno
sviluppo agricolo durevole.
L'agricoltura biologica
rappresenta una risposta agli obiettivi di riorientamento
della produzione agricola ed in particolare alla diversificazione
delle colture, nel più ampio contesto della conservazione
ambientale.
Il regolamento 2092,
varato dal Consiglio nel 1991 relativamente al metodo di produzione
biologico dei prodotti agricoli, può essere considerato
come il riconoscimento a livello europeo di questa organizzazione
produttiva, definendo criteri armonizzanti e regole per gli
operatori comunitari.
A questo va affiancato il regolamento 2078 del 1992, che riguarda
i metodi di produzione agricola compatibili con la salvaguardia
dell'ambiente e dello spazio naturale, all'interno delle misure
di accompagnamento previste dalla riforma della PAC
La politica agricola comunitaria (PAC) si è posta tre
obiettivi:
a) garantire un reddito agli agricoltori;
b) ridurre l' impatto dell' agricoltura sull' ambiente;
c) ridurre il problema delle eccedenze produttive.
Per conseguirli sono state adottate una serie di complesse
misure di intervento finanziario che vanno dal sostegno diretto
al reddito (contributi ad ettaro coltivato) alle cosiddette
"misure di accompagnamento".
Quest' ultime prevedono tra l' altro l' utilizzo di minori
quantitativi di pesticidi e di fertilizzanti, l' imboschimento
dei terreni agricoli, la conservazione degli elementi naturali
presenti negli ambienti agrari quali siepi e piccole zone
umide, il sostegno all' agricoltura biologica. In sostanza
l' agricoltore viene incentivato a trarre una parte del proprio
reddito anche dalle attività di manutenzione del territorio
e di conservazione degli habitats.
i principi
In agricoltura biologica non si utilizzano sostanze chimiche
di sintesi (concimi, diserbanti, anticrittogamici, insetticidi,
pesticidi in genere). Alla difesa delle colture si provvede
innanzitutto in via preventiva, selezionando specie rustiche
e resistenti alle malattie, e intervenendo con tecniche di
coltivazione appropriate
I fertilizzanti sono naturali, come il letame opportunamente
compostato; nell'agricoltura convenzionale dei mega-allevamenti
industriali il letame è considerato un rifiuto, e costituisce
un enorme problema: non c'è terreno a sufficienza per
smaltirlo. In agricoltura biologica, invece, costituisce una
ricchezza insostituibile in sostanze nutrienti per il terreno.
Si usano anche altre sostanze organiche compostate (sfalci,
ecc.) e sovesci, cioè incorporazioni del terreno di
piante appositamente seminate, come trifoglio 0 senape.
In caso di necessità, per la difesa delle colture si
interviene con sostanze naturali vegetali, animali, 0 minerali:
estratti di piante (ad esempio il piretro, che deriva da una
pianta erbacea), insetti utili che predano i parassiti, farina
di roccia 0 minerali naturali (come il rame e lo zolfo) per
correggere struttura e caratteristiche chimiche del terreno
o per difendere le coltivazioni dalle crittogame, ecc.
L'agricoltura biologica è l'unica forma di agricoltura
controllata in base a leggi europee e nazionali. Non sono
controllate, infatti, né l'agricoltura convenzionale
né l'agricoltura integrata. Nel biologico non ci si
basa su dichiarazioni dell'azienda, ma su un Sistema di Controllo
uniforme in tutta l'Unione Europea e stabilito, sia per la
coltivazione delle piante che per l'allevamento degli animali,
da appositi regolamenti della Comunità europea. .
L'agricoltura
biologica come soluzione
al conflitto agricoltura e ambiente
Il conflitto fra agricoltura
e ambiente è particolarmente acuto nelle aree protette
del nostro Paese. L'agricoltura biologica, un'agricoltura
"pulita" che consente una gestione sostenibile di
un territorio protetto e ricco di risorse naturali e umane,
può rappresentare una risposta concreta a questo conflitto.
L'agricoltura è,
infatti, spesso tacciata di essere la principale responsabile
della scomparsa della flora e della fauna oltre che dell'inquinamento
ambientale, mentre l'agricoltura biologica, non facendo uso
di sostanze chimiche e di OGM, contribuisce a mantenere la
fertilità del terreno e la biodiversità vegetale,
animale e microbiologicane altrimenti destinati a morire.
Chi pensa all'agricoltura
biologica, si vede generalmente proiettato in un contesto
ambientale sano e genuino. Questo è in buona parte
vero, ma bisogna ricordarsi che in agricoltura biologica,
produrre non è sempre così semplice visto che
i mezzi a disposizione sono inferiori e meno invasivi della
classica metodologia convenzionale.
I principi di base
sono pratiche agronomiche conosciute e ormai sperimentate
da anni e addirittura secoli, pratiche che purtroppo non sempre
sono applicate nell'altro versante oppure lo sono ma in maniera
errata con danni nel lungo periodo.
Le pratiche
agronomiche
Quali sono le principali
pratiche attuate?
• la concimazione organica: è effettuata soprattutto
con letame, in genere sono composti a diversa attitudine che
non si limitano ad reintegrare gli elementi nutritivi di cui
la pianta ha bisogno (tipico concetto di agricoltura Classica)
ma migliorano le caratteristiche chimiche-fisiche del suolo
agrario con beneficio per l'intero sistema agrario e di conseguenza
delle piante. Considerando anche apporti controllati si eliminano
eventuali problemi di inquinamento delle falde acquifere;
• l'inerbimento: sia parziale che totale, consiste nel
lasciare inerbito i terreni (soprattutto frutticole) eseguendo
sfalci periodici. Così facendo si incrementa la biomassa,
si rallentano o bloccano i fenomeni erosivi e si facilità
la biodiversità;
• il sovescio: consiste nel seminare e nel giusto periodo
interrare alcune specie erbacee principalmente leguminose
al fine di sfruttare la sostanza organica e soprattutto l'azoto
immagazzinato nei loro organi;
• il ripristino degli spazi naturali: particolarmente
efficace per incrementare la biodiversità e di conseguenza
creare un equilibrio all'interno dell'agroecosistema. Si pensi
ad esempio alla presenza di uccelli che si cibano di insetti
nocivi o alla impollinazione effettuata da insetti pronubi;
• la rotazione e avvicendamento: consiste nel far si
che sullo stesso campo non si ripetano per più anni
di fila le stesse colture, le monocolture infatti impoveriscono
gravemente il terreno o addirittura dopo un certo numero di
anni alcune piante (tipo il pesco) possono produrre delle
tossine che impediscono il normale svolgere del ciclo colturale.
Un esempio:
Gli interventi per incrementare le competenze professionali
Il progetto Aree Protette,
realizzato da Federparchi nell’ambito dell’iniziativa
comunitaria EQUAL, intende contribuire a risolvere i problemi
di discriminazione e le variabili di disuguaglianza legati
all’adattabilità dei lavoratori agricoli operanti
in zone collinari e montane dell’Italia ricadenti in
aree protette. Si tratta di lavoratori a rischio di emarginazione
derivante da inadeguatezza dei livelli di competenza.
Proprio per incrementare le competenze professionali degli
agricoltori operanti in aree protette il progetto prevede
degli interventi nel campo dell’agricoltura biologica,
della produzione, confezionamento e commercializzazione di
prodotti tipici e, infine, delle attività extra-agricole
(accoglienza agrituristica, sport equestri, guide ambientali,
guide equestri ...).
Il progetto intende, infatti, contribuire all’arricchimento
delle competenze professionali obsolete sostituendole con
nuove opportunità economiche derivate dallo sviluppo
dell’agricoltura biologica e dei prodotti tipici, stimolare
lo sviluppo di attività lavorative che si svolgono
nel campo dell’informazione arricchendo i livelli di
competenza e di comunicazione dei lavoratori agricoli, favorire
le opportunità di crescita professionale e personale
delle donne lavoratrici e promuovere azioni a sostegno di
settori locali trainanti (attività extra-agricole,
turismo e altro) attraverso la creazione di nuove competenze
in grado di assecondare i processi di cambiamento in atto
e di evitare l’emarginazione dei lavoratori con competenze
inadeguate.
L’obiettivo principale
che si intende raggiungere è quello di uno sviluppo
sostenibile basato sulla valorizzazione del patrimonio ambientale
dell’Italia a partire dalle aree naturali protette della
dorsale appenninica tramite la formazione di nuovi operatori
e l’adeguamento della manodopera esistente nel settore
agro-silvo-pastorale.
Per raggiungere tali obiettivi, preposti dal progetto EQUAL,
le azioni da intraprendere devono essere mirate al conseguimento
di risultati in vari ambiti. Per esempio, devono assicurare
la continuità della gestione agricola nelle zone sottoposte
a svantaggi naturali promuovendo sinergie tra agricoltura
e conservazione ambientale, garantendo il rispetto ambientale
e assicurando l’uso delle superfici agricole nelle zone
sottoposte a vincoli ambientali con sistemi di produzione
sostenibili a basso impatto ambientale (agricoltura biologica)
salvaguardando, così, il paesaggio e l’abbandono
dell’agricoltura nelle aree marginali, la biodiversità,
la riduzione dell’inquinamento e il contenimento dell’erosione.
Tutto ciò volto, soprattutto, a sviluppare le produzioni
tipiche e di qualità per ottenere prodotti ad alto
valore aggiunto con la possibilità di buone prospettive
di reddito assecondando così le tendenze di mercato.
Inoltre c’è la necessità di creare un
osservatorio permanente delle “buone pratiche”
realizzate nei nuovi bacini economici dati dall’agricoltura
biologica, dalla produzione, trasformazione e commercializzazione
dei prodotti tipici, dalle attività extra-agricole,
in particolare legate al turismo e, più in generale,
alle attività integrative al reddito agricolo per favorire,
inoltre, il mantenimento di una comunità vitale in
loco. A tutto questo si aggiunge la necessità di avviare
interventi per creare nuove opportunità specie per
i lavoratori di giovane età in modo da contrastare
gli esodi di risorse umane e trattenere forza lavoro nelle
aree naturali protette che si può ottenere solamente
arricchendo i livelli di conoscenza e di comunicazione sia
degli occupati che dei nuovi addetti. È da sottolineare,
infine, la necessità di valorizzazione delle risorse
femminili, il miglioramento delle condizioni di lavoro e la
sua conciliabilità con i tempi della famiglia ed i
tempi personali.
conclusioni
L'agricoltura biologica
è, un metodo produttivo ma soprattutto un sistema di
gestione del territorio e un atteggiamento culturale per la
produzione di cibi sani, in assenza di inquinamento ambientale,
per la creazione di microeconomie che consentono la permanenza
dell'uomo in territori difficili.
L'agricoltura biologica è spesso considerata a livello
aziendale, piuttosto che a livello locale o regionale. Ma,
se promossa su larga scala, può contribuire all'aumento
della biodiversità e alla conservazione di sistemi
territoriali e delle aree protette.
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