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Sono le ore 8 del mattino quando, nella giornata di ieri, giovedì 9 giugno, al Centro Recupero Tartarughe Marine di Brancaleone arriva la chiamata per una tartaruga da soccorrere. Questa volta la tartaruga non è spiaggiata e in fin di vita, come la maggior parte degli esemplari che giungono nella struttura.
Questa volta l’SOS parte direttamente dai pescatori di Bova Marina, a bordo della “Stella Polare 2”, di Antonio Callea. Proprio coloro che si sono ritrovati il grosso animale allamato al palangrese hanno deciso, invece di rigettarlo in mare e condannarlo a morte certa, di salvargli la vita, issandolo a bordo e trasportandolo fino a terra, dove ad attenderli c’era già il personale del CRTM Brancaleone.
Una volta trasferito al Centro di Recupero è stato sottoposto alle prime visite e indagini diagnostiche.
L’esemplare è una femmina della specie Caretta caretta, lungo 80 cm circa per un peso di circa 45 kg. Le sue condizioni di salute sono buone, poiché grazie al soccorso tempestivo offerto dai pescatori, è stato possibile intervenire in tempo e rimuovere l’amo da pesca, prima che la sua situazione si aggravasse. Secondo gli esperti del Centro, dopo qualche giorno di riabilitazione potrà già essere rilasciato in mare, ed essendo in piena età riproduttiva, la tartaruga raggiungerà presto i luoghi di accoppiamento, tornando tra non molto a terra a deporre le sue preziose uova.
Nell’ambito del progetto “Life Caretta Calabria” verrà installato sulla tartaruga un trasmettitore GPS, che permetterà di monitorarne gli spostamenti, dando un ulteriore e importantissimo contributo agli studi di ricerca su questa specie in via di estinzione.
Gli operatori del CRTM di Brancaleone ringraziano Antonio Callea e i suoi operatori per la preziosa collaborazione e sensibilità dimostrata nei confronti di questi rettili, da proteggere e tutelare poichè importantissimi per tutto l’ecosistema marino. Con la speranza che gli uomini della barca “Stella Polare 2” siano da esempio ai tanti, troppi, pescatori che ancora oggi gettano in mare le tartarughe catturate involontariamente, ricordiamo che, in caso di cattura accidentale, detenerle a bordo dell’imbarcazione e portarle fino a terra non comporta alcuna penale, come stabilito dalla nota ministeriale Numero: 0003471 Prot.Uscita del 19/02/2015, la quale attesta:
“Fermo restando che il DM 3 maggio 1989 dispone il divieto di pesca, detenzione e commercializzazione di cetacei, storioni e tartarughe, NON E’ TUTTAVIA PERSEGUIBILE IL RECUPERO E LA MOMENTANEA DETENZIONE DI TESTUGGINI FERITE, LE CUI CONDIZIONI NON FAVORISCONO UN IMMEDIATO RILASCIO IN MARE”.
Invitiamo tutti i pescatori di zona a segnalare tempestivamente alla Guardia Costiera (1530) o al CRTM Brancaleone (3283020921 – 3403880716) l’eventuale cattura involontaria di tartarughe marine, o anche il semplice ritrovamento di esemplari in difficoltà.
Qualche dato: ogni anno sono oltre 130 mila le tartarughe marine della specie Caretta caretta che nel Mediterraneo rimangono vittime di catture accidentali da parte dei pescatori professionisti. Circa 70.000 di queste abboccano agli ami utilizzati per la pesca al pescespada, oltre 40.000 restano intrappolate nelle reti a strascico e circa 23.000 in quelle da posta per un totale di 133.000 catture con oltre 40.000 casi di decesso. Numeri impressionanti e peraltro decisamente sottostimati.
Nonostante la pesca rappresenti la più grande minaccia per la sopravvivenza delle tartarughe marine, siamo fiduciosi che con la collaborazione dei pescatori si possa attuare un cambio di rotta verso la collaborazione e la sostenibilità, e che gli stessi possano essere non più i nemici ma gli alleati di questi meravigliosi rettili marini.
In foto: Antonio Callea e Francesco Larizza riportano a terra la tartaruga ferita da un amo
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